lunedì 26 settembre 2011

Donne del Vino su Q.B!

Un vino superbo, potente ma armonico grazie al raffreddamento delle uve
di Fabiana Romanutti

Antonella Cantarutti è una Donna del vino, perciò la conosciamo bene, ma non eravamo mai stati a visitare la sua azienda. Amministrativamente si trova nel comune di San Giovanni al Natisone, però alle sue estreme propaggini, in pratica su una strada tra i vigneti sulle colline nei pressi dell’abbazia di Rosazzo. Antonella, figlia del fondatore Alfieri, la gestisce con il marito Fabrizio e il figlio Rodolfo. Non vi sembri una forzatura, è ovvio che la gestiscono tutti insieme, ma lei è davvero inesauribilmente coinvolta e propositivamente e creativamente comunicativa. Alla serata di Calici di Stelle in Abbazia abbiamo riassaggiato il suo Scacco al Re ed è nato il desiderio di saperne di più sulla tecnica d’avanguardia di raffreddamento delle uve. Tutto nacque qualche anno fa, ci racconta Antonella, nel 2005, dall’incontro con un agronomo e consulente enologico, in un corso di aggiornamento. Il nostro desiderio di produrre un vino che rispecchiasse il territorio, che rispettasse il vitigno e che avesse un carattere fiero senza piegarsi alle lusinghe del mercato incontrò la sua preparazione e competenza. E cominciammo a usare le basse temperature con particolare attenzione alla permanenza delle uve e dei mosti in ambienti ridotti e scarsi di
ossigeno”.
Una sfida importante. Una sfida non facile. Una sfida vinta. L’uso dell’azoto per il raffreddamento è una tecnica complessa e costosa. Una tecnica che ancora oggi non è intrapresa da alcuna altra azienda in regione. Sulla terrazza postica della magnifica azienda anche panoramica, c’è un grande macchinario, simile a quelli normalmente utilizzati per congelare le derrate fresche. Le uve selezionate e vendemmiate a mano con
un controllo costante delle curve di maturazione, disposta in cassette arriva in azienda.
Qui entra in un tunnel in tre strati sovrapposti. L’azoto viene spinto lentamente sulle uve da vari ugelli con un’attenta gestione della velocità di scorrimento dei nastri per ottenere una temperatura di pochi gradi sopra lo zero. Non è il caso di addentrarci in particolari troppo tecnici, diciamo che per gravità si passa al diraspamento e grazie a piccole quantità di azoto la massa va in pressa senza mai superare i 5-6°C. Quel che è certo è che in questo modo il vino mantiene tutte le note varietali e minerali. E’ un prodotto di gamma alta, frutto di una produzione in vigna e in cantina senza compromessi. E’ un vino identificabile che parla
in modo inconfondibile del suo territorio. I Colli Orientali del Friuli. Il suo nome è parlante: Scacco al Re declinato nelle varianti Merlot, Friulano, Sauvignon. Per saperne di più sull’azienda e suoi prodotti vi consigliamo il sito www.cantaruttialfieri. com o meglio ancora una visita diretta in azienda in via Ronchi 9, tel. 0432 756317. Il luogo, il contesto e la struttura meritano (e trascuriamo, per mancanza di spazio, di parlarvi di Shangrila, l’agriturismo dell’azienda a qualche chilometro di distanza in località Bolzano sempre nel comune di San Giovanni). Approfondimenti sulla tecnica dell’uso dell’azoto sul sito www.qbfvg.it alla sezione Nonosolovino.