mercoledì 11 marzo 2009

Un'interessante articolo sull'enocultura...

4/3/2009
Dai 4 ai 6,5 milioni: crescono gli eno-appassionati in giro per l'Italia, che scelgono di impiegare il proprio tempo libero per viaggiare il più possibile, abbandonando le motivazioni di viaggio più classiche, come il mare e le città d'arte, per lasciarsi ispirare dagli interessi personali del momento e organizzare mini-vacanze all'insegna del wine&food. E' quanto emerge dal Rapporto annuale dell' "Osservatorio sul turismo del vino" delle Città del Vino, realizzato dal Censis.
Secondo il rapporto il piacere del vino viene vissuto in maniera positiva dagli operatori del settore e dai territori a più alta vocazione vitivinicola d'Italia, dove il turismo enogastronomico fa segnare stabilità nei 2,5 miliardi di volume di affari a fronte diuna frenata dei prezzi, e dove il miglioramento degli itinerari eno-turistici è l'obbiettivo su cui puntare per il futuro. Il Belpaese è ancora la meta ideale per i viaggi all'insegna del wine&food, e, in nessun Paese come l'Italia il turismo enogastronomico ha assunto una fisionomia così diffusa e consistente, con 140 Strade del Vino e dei Sapori e 1.300 comuni attraversati da questa rete capillare, che comprende quasi 400 denominazioni territoriali di vini, oltre 4.000 ristoranti, quasi 33.000 prodotti vitivinicoli e più di 3.300 cantine. Il numero crescente degli eno-appassionati, perfettamente in linea con la tendenza internazionale del momento, si affida sempre più alla cultura del "what to do today": viaggiare è irrinunciabile, e per questo, meglio spendere nel tempo libero e risparmiare in vacanze brevi, da 1 a 2 notti, ma ben organizzate, privilegiando i propri interessi particolari (dall'enogastronomia di tendenza a quella di uno specifico territorio, dal wellness allo shopping, al collezionismo) per esplorare sempre nuove destinazioni e aumentando le motivazioni di viaggio per appagare il proprio bisogno di scoprire econoscere.
I nuovi strumenti d'elezione per costruire tour enogastronomici su misura sono diventati essenzialmente due: da una parte il web, il modo più semplice, economico e veloce per reperire informazioni (quasi il 50% degli italiani naviga in Internet e sono oltre 10milioni coloro che praticano il turismo online, il settore con il maggior tasso di crescita dell'e-commerce), dall'altra il classico passaparola, considerato dagli addetti ai lavori il primo fattore di promozione e comunicazione.Dall'analisi condotta dal Rapporto Città del Vino/Censis su 69 Strade del Vino e dei Sapori presenti sul web con propri siti, che mette in evidenza un articolato quadro d'offerta, ecco la "top five" dei migliori web-site per forma e contenuti: al primo posto la Strada del Sagrantino e, a seguire, la Strada del Franciacorta, la Strada del Barolo e dei Grandi Vini di Langa, la Strada dell'Olio e del Vino del Montalbano e infine la Strada del vino dell'Etna.
Protagonista di un'indagine sull'efficienza dei web-site delle Strade del Vino e dei Sapori italiane all'interno del Rapporto Città del Vino/Censis, è un curioso mistery client, "eno-turista virtuale" alle prime armi, alla ricerca di mini-pacchetti turistici via e-mail: dalla Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Rimini alla Strada del Vino dell'Etna, dallaStrada del Vino Nobile di Montepulciano a quella del Soave e alla Strada dei Vini Chianti Rufina e Pomino, sono questi i territori che, grazie alla velocità e completezza delle informazioni fornite, hanno fatto registrare la loro migliore performance sul web.Significative attese, incremento dei flussi, impatti positivi sui bilanci dei produttori, il turismo del vino sembra vivere una stagione positiva, forse più per la forza della domanda che per una deliberata strategia dell'offerta, il cui potenziale reale risultaancora inespresso nel nostro Paese.
"Dal Rapporto - sottolinea il Presidente delle Città del Vino Valentino Valentini - emerge un'indicazione molto chiara, ovvero il bisogno di fare più sistema e sviluppare strategie politiche e finanziarie per rafforzare i territori che rappresentano un asset importante e decisivo per la competizione internazionale".
Secondo l'Osservatorio delle Città del Vino l'attrazione enogastronomica fa registrare una forte crescita dei flussi turistici (dal 18% al 20%) e il miglioramento qualitativo e quantitativo degli itinerari del Belpaese rappresenta l'obbiettivo principale sul quale puntare in futuro, come testimonia il parere comune dei proprietari di aziende, ristoratori e dei sindaci delle Città del Vino (su una scala di 10, 7,2 è il peso specifico dell'eno-turismo nel sistema turistico locale, 8,4 nei prossimi 5 anni).Tra i diversi fattori d'attrazione territoriale per gli eno-appassionati, all'enogastronomia spetta il primo posto (33%), mentre c'è una sostanziale equivalenza per ambiente e bellezze naturali (24%), arte e cultura (22%) e vino (21%). Il 62% dei produttori delle aziende oggetto del sondaggio Città del Vino/Censis, ha visto aumentare il numero di visitatori nel 2008, sempre più attratti dalle degustazioni (93,5%), dalle visite delle cantine (85,8%) e dalla vendita diretta dei vini (57,4%). Segno negativo invece per i ristoratori, che fanno registrare una diminuzione dei loro ospiti, sempre più attenti nello scegliere rigorosamente vini e prodotti locali, tra - 4% e - 5,5%.Il turismo del vino rappresenta un fattore determinante per lo sviluppo turistico ed economico del territorio, soprattutto in Campania, Lazio, Piemonte, Marche, Sicilia, Veneto e Lombardia, e se in Abruzzo non ha ancora assunto una rilevanza significativa ma alimenta aspettative future, risulta già ampiamente affermato in Trentino, Umbria, Toscana, Puglia, Friuli ed Emilia Romagna: per nessuna regione sono previste flessioni per il turismo enogastronomico da qui ai prossimi cinque anni.
Rossella Ivone

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