venerdì 11 giugno 2010

Diario di un viaggio a Parigi con le donne del vino....


Pensavo di andare per musei…
di Federica Felice

Quando parti per un viaggio in una città che non hai mai visto ti chiedi inevitabilmente “da dove comincio?” La prima cosa che fai è quella smaniosa ricerca da casa per non essere impreparata (habemus Internet naturalmente). Prassi vuole che si cominci dalle mete imperdibili e sai già che ti ritroverai intrappolata tra grandi monumenti, cattedrali, palazzi storici e musei. Un bel vedere, non c’è che dire, soprattutto quando la città in questione è Parigi, ma che male fanno le passeggiate senza meta per guardare in faccia i mille volti che ti passano davanti, osservare i bambini che giocano nei giardini e la signora con il suo barboncino che passeggia esibendo la sua nuova borsetta Chanel? Chi l’ha detto che quando vai in vacanza in una grande capitale devi riempirti di guide turistiche, di mappe e di informazioni sugli orari dei musei?
Beh, la mia prima avventura nella Ville Lumière è stata un divertente (o quasi) gioco da turista, inesperta se vogliamo, tra chiese gotiche e avenues colorate, monumenti e brassèrie e quindi il mio grazie va alle compagne di avventura che hanno sfatato con me il mito del museo ad ogni costo. Ah, i musei, come li amo, come li odio!! Ma almeno uno devi vedertelo e quindi la prima tappa è tra le tele del Museè d’Orsay, l’alternativa fronte Louvre…o giù di lì.
Un misto di voglia di imparare mescolata alla consapevolezza di non capirci un accidenti! Ma a guardare piace e a sorprendersi e lasciarsi andare nello straordinario accostamento di colori si fa presto.
Solo due appunti. Una tela audace, intensa, provocatoria pensando all’epoca i cui è stata realizzata - anno 1866 - ma in fondo vera e autentica. Si chiama “l’origin du monde” una tela di piccole dimensioni di (un certo) Courbet, dove la cura dei particolari sfida le capacità di qualsiasi fotografo dei giorni nostri. …. E ancora, come fa un dipinto a tradurre il colore in sensazioni tattili? James Tissot e il suo ritratto “du marquis et de la marquise de Miramon et de leurs enfants” lo dimostrano. Un quadro del 1865 alto circa 2 metri di cui sconvolge anche qui la precisione del dettaglio. Ci sono la stoffa nera della manica, velluto che ti vien voglia di tastare con mano, e la stoffa azzurra dell’abito e vedi che è seta… Certamente la cosa merita una piccola ammirata riflessione.
Ma la mia visita ai musei e la mia voglia di parlare di quadri finisce qui….e dire che avevo anche il Louvre nei pensieri (solo lì, appunto).
Purtroppo dopo d’Orsay è bastato un attimo a quel simpatico giovanotto di metrò (chi l’ha visto?) che mi è passato accanto per rovinarmi la vacanza e derubarmi del portafoglio. Che vuoi che siano i soldi, i documenti, la carta d’identità, la tessera sanitaria e la patente, quando ti scippano pure la tessera della libreria in centro, quella del tuo negozio preferito con il massimo del cumulo sconti appena raggiunto, la tessera sommelier e quella delle Donne del Vino?
Per fortuna non mi arrendo e chiuso il capitolo musei, apro quello della visita-negozi, ovvero “come fare shopping senza una lira in tasca”….le amiche accorrono fortunatamente e mi forniscono l’argent.
Prima tappa la Maison Louis Vuitton, ma è, come dire, decisamente fuori portata con le sue piccole trousse a 4 zeri e quindi, rubato uno scatto all’atelier, scappiamo sconsolate senza nemmeno una borsettina. Ci viene in soccorso un provvidenziale sms di un’amica che dall’Italia ci consiglia Le bon marchè, i grandi magazzini più chic della città….siamo alternative infatti e Lafayette lo lasciamo da parte. La sezione profumi colpisce come sempre la curiosità di tutte e ci attardiamo a “sniffare” le fragranze di Dior, Chanel e Diptyque. Qualche acquisto lo facciamo al coloratissimo reparto enogastronomico, dove ci sorprendono i ravanelli in fiore al reparto frutta e la dolcezza dei maquerons in tutte le varianti colore e sapore al banco dei dolci. I biscuits roses de Reims naturalmente li acquisteremo in loco quando alla volta della regione dello Champagne saremo in visita dalla Gran Dame de France, ovvero la Maison Veuve Clicquot Ponsardin. Mica la conoscevamo quella tosta vecchietta che a trent’anni si è ritrovata vedova, ma non sconsolata, a mandare avanti l’azienda. L’hostess Katarzyna, Katia per le DDV, ci svela infatti che pur non risposandosi mai, la veuve ha saputo circondarsi degli uomini d’affari più abili. Vini in discreto equilibrio, senza troppe emozioni, ma vuoi mettere la serie infinita di gadgets che ci attende allo shop della maison? Dal tappo per champagne, al canovaccio da bottiglia, al cappotto refrigerante, al telo mare, alla borsa da picnic con tanto di bicchieri di plastica, al borsone da viaggio, all’ice box. Insomma ce n’è per tutti i gusti e ci vien da pensare che Louis Vuitton ci ha sicuramente messo lo zampino!
Trascorrono veloci le altre giornate parigine, l’imponente Tour Eiffel e Notre Dame, il quartiere alternativo di Parigi, Rue des Archives, con i suoi eccentrici personaggi, Le Sacre Coeur sulla collina di Montmartre dove si mostra ai turisti anche la pittoresca Place du Tertre piena di artisti di strada.
Note di degustazione: Coup de coeur, uno champagne sincero della cantina Monmarthe, vignerons independant. Il Brut Crois Rouge De Castellane (Epernay) scivola, ma con galanteria e si fa acquistare. La Veuve Clicquot brut è il souvenir, mentre il Blanc de Blancs della Maison Jacquart te lo berresti pranzo e cena. Non perdetevi a Reims Le Pre Carrè, ristorantino delizioso, per serate in relax, prezzi da brasserie ma piatti impeccabili.
Sei giorni in viaggio con le amiche du papillon rose, tra Parigi e Reims, in un piovoso maggio piuttosto freddino.

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